Un bel modo di andarsene...

"The last lecture" è un prestigioso contributo che alcuni autorevoli accademici offrono ai loro studenti immaginando di dover parlare in un'ultima lezione. 
Ascoltare il professor Randy Pausch, docente di Scienze informatiche alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh e imagineer di successo presso la Walt Disney, nella sua ultima entusiasmante lezione colma di risate, di racconti appassionati e ricca di esperienze umane, ha stimolato in me una domanda: è questo un essere venuto da un altro pianeta? Sicuramente è stato un uomo tenace e determinato che pochi mesi prima di morire ha lasciato il suo testamento più eccezionale: come realizzare i propri sogni. 
Il 18 settembre 2007 Randy Pausch iniziò la sua lezione dicendo: «Per me la cosa è reale. Questa è la mia ultima lezione. Avevo sconfitto un cancro al pancreas, ma ora è tornato. I medici mi hanno detto che non c'è più niente da fare e che ho solo qualche mese di vita. Sto per morire e mi sto divertendo! Le cose stanno così. Non possiamo cambiare le carte che ci sono date, possiamo soltanto decidere come giocare la prossima partita. Se non vi sembro depresso o cupo come pensate che dovrei essere, mi dispiace deludervi. Di fatto, credo di essere in una forma migliore della maggior parte di voi qui presenti!». 
La straordinarietà di quello che Pausch disse in quel momento fu tutta nella dimostrazione che fece attraverso una serie di flessioni, insistendo su come si sentiva e invitando gli studenti: «Se qui c'è qualcuno che intende piangere o compatirmi può scendere, fare un paio di flessioni e soltanto dopo potrà compatirmi». Non sto a elencare tutte le risate e gli applausi che a questo punto gli studenti tributarono a Randy.
«Oggi non parleremo di cancro e di morte - continuò - ma della vita, di come viverla e, nello specifico, dei miei sogni d'infanzia e di come li ho realizzati. Di come credo di aver reso possibili i sogni altrui e, in una certa qual misura, degli insegnamenti che se ne possono ricavare. A mano a mano che si diventa grandi si può scoprire che "permettere ai sogni altrui di realizzarsi" è ancora più gratificante. Volete sapere quali erano i sogni della mia infanzia? Prima di tutto vi premetto di aver avuto un'infanzia davvero molto felice mentre sognavo di sperimentare l'assenza di gravità, scrivere una voce della World Book Enciclopedia, essere Capitan Kirk e giocare nella Lega Nazionale di Football; questo è uno dei sogni che non ho realizzato ed è importante per me farlo notare perché anche se non si riesce a realizzare un sogno si può comunque ottenere molto tentando di realizzarlo. C'è un detto che adoro: l'esperienza è quello che ottieni quando non ottieni ciò che desideri.
Io credo sia molto importante avere sogni precisi. Nel 1960 quando sono nato c'era molto da sognare ad occhi aperti. A nove anni guardando la tv potevo vedere l'uomo sbarcare sulla luna. A quel punto, capite bene, tutto è possibile! Questo non dovremmo dimenticarlo mai. L'ispirazione e la possibilità di sognare sono immense».
E dopo aver raccontato come era diventato un imagineer di successo, parlò degli ostacoli: «Ogni muro è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo a superarlo. I muri sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarli. Non cedete!».
Sottolineando di aver sempre fatto tesoro delle lezioni che aveva ricevuto nella sua vita, ricordò cosa gli disse «una delle persone più impressionanti che abbia mai conosciuto», Jon Snoddy, con il quale aveva collaborato alla Disney: «Impara ad aspettare tutto il tempo che serve e la gente ti sorprenderà davvero. Quando si è veramente stufi marci di qualcuno o si è arrabbiati con lui significa solo che non gli si è concesso abbastanza tempo. Potresti dover aspettare a lungo, anche anni, ma alla fine la gente ti mostrerà sempre il suo lato migliore. Aspettate, non importa quanto ci vorrà. Nessuno è malvagio. Tutti hanno un lato buono, basta saper aspettare e prima o poi salterà fuori. Siate pronti. La fortuna è quel momento in cui la preparazione incontra l'opportunità». 
E avviandosi a concludere tornò a parlare di sé: «Io non sono capace di non divertirmi. Sto per morire e mi sto divertendo e continuerò a farlo ogni giorno che ancora mi resta. Perchénon c'è altro modo per vivere bene. Non perdete mai la capacità di stupirvi, tipica dei bambini. È troppo importante. È quella a spingerci ad andare avanti, ad aiutare gli altri».
Ringraziò infine «le tante persone meravigliose» che aveva incontrato lungo il suo cammino e che lo avevano aiutato a realizzare i suoi sogni: «Non si può arrivare in cima da soli. E allora come si riesce a far sì che la gente ti aiuti? Si riesce a farsi aiutare dalla gente dicendo la verità, essendo onesti, porgendo le proprie scuse quando si commette un errore e focalizzandosi sugli altri, non su se stessi. Siate grati e dimostratelo. Quando sono passato di ruolo, ho portato tutto il mio team di ricercatori a Disneyland per una settimana. Uno degli altri professori della Virginia University mi ha chiesto: ma come ti salta in testa una cosa del genere? E io ho risposto: queste persone si sono fatte in quattro per farmi avere il miglior posto di lavoro al mondo della mia vita. Come potrei non farlo?
Concludendo: in questa mia ultima lezione vi ho parlato dei miei sogni d'infanzia, di come fare in modo che i sogni degli altri si realizzino e di alcune delle lezioni imparate nel corso della vita. 
Ma avete scoperto qual è la verità? 
Non è come realizzare i propri sogni ma come vivere. Se vivrete nel modo giusto [...] i sogni verranno da voi. 
E avete capito anche la seconda verità? Questo mio discorso non era per voi, ma per i miei figli. Grazie a tutti». 



Randy Pausch è nato a Baltimora, nel Maryland, il 23 ottobre 1960. Dal 1988 al 1997 ha insegnato presso l'Università della Virginia. È stato uno dei più noti professori di Computer Science, Human-Computer Interaction e Design presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania, dal 1997 al 2008. Pluripremiato per il suo eccezionale lavoro su vari progetti con Adobe, Google, EA e alla Walt Disney, era noto per il "Progetto Alice", una delle organizzazioni no-profit di maggior successo. Co-fondatore del The Entertainment Technology Center presso la Carnegie Mellon University, è morto il 25 luglio 2008 a Chesapeake in Virginia.